Passeggiare in Corso Mameli è anche fare un salto nel
passato di Brescia, la via già in epoca romana era il proseguimento del
decumano massimo (cursus magnus). Dal Medioevo sono state le botteghe a
caratterizzare il profilo di questa via. Già nel XII nel Palazzo delle
Mercanzie ha sede l’Università dei mercanti, una sorta di organismo che
raggruppava le corporazioni dei commercianti (chiamate “paratici”)della città
fornendo assistenza di vario tipo, a testimonianza dell’importanza della via.
Via che prese il nome di Via degli Orefici era il suo nome, nel XVII secolo
testimonianze ci raccontano che erano presenti ben 25 botteghe di orefici.
Tra la fine dell’Ottocento e il 1939 gli edifici che
occupavano il tratto attualmente costituito da Largo Formentone furono demoliti
in previsione di nuovi progetti urbanistici mai realizzati.
La Curt dei Pulì. Anticamente era la corte della
residenza della famiglia Polini, specializzata nel commercio di pelli già dal
XV secolo. È un angolo di Brescia che mantiene un fascino antico con il
suo porticato e le fontane circondate dagli alti edifici un tempo dimora
degli artigiani e dei commercianti che lavoravano nelle botteghe sottostanti.
Mostasù de le Cossere. A circa metà di Corso Mameli,
la parete di un edificio presenta questo misterioso altorilievo. La leggenda
vuole che il naso rotto di questa scultura risalga ad un ordine dell’imperatore
Enrico VII che nel 1311, al termine dell’assedio di Brescia, ordinò alle sue
truppe di staccare il naso a tutte le sculture della città.
Sull’angolo tra Corso Mameli e Contrada San Giovanni si
trova una fontana neoclassica, recentemente restaurata, che è una
ricostruzione di fine Ottocento di una fontana antichissima.
Torre Pallata. Uno dei simboli della città di Brescia
è al torre medievale che si trova al termine di Corso Mameli, dove ha inizio
Corso Garibaldi. Imponente costruzione realizzata in parte con detriti di
antichi monumenti romani, si erge per un’altezza superiore ai trenta metri
sopra un massiccio basamento di pietra di Botticino su cui si poggiano le mura
a bugnato interrotte da feritoie e chiuse da una merlatura che risale, come la
torretta con cupola zincata della sommità, al Quattrocento. Proprio su
questa torre il 17 marzo 1426 fu issato il primo stendardo veneziano. Eretta
per scopi difensivi fu utilizzata nei secoli per diverse funzioni, quali custodire
la cassa del Comune e prigione femminile. Sul lato che si affaccia su Corso
Garibaldi alla fine del Cinquecento fu realizzata una fontana con rappresentata
una allegoria di Brescia e i due fiumi Garza e Mella.
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