venerdì 12 giugno 2015

I monumenti di Corso Mameli

Passeggiare in Corso Mameli è anche fare un salto nel passato di Brescia, la via già in epoca romana era il proseguimento del decumano massimo (cursus magnus). Dal Medioevo sono state le botteghe a caratterizzare il profilo di questa via. Già nel XII nel Palazzo delle Mercanzie ha sede l’Università dei mercanti, una sorta di organismo che raggruppava le corporazioni dei commercianti (chiamate “paratici”)della città fornendo assistenza di vario tipo, a testimonianza dell’importanza della via. Via che prese il nome di Via degli Orefici era il suo nome, nel XVII secolo testimonianze ci raccontano che erano presenti ben 25 botteghe di orefici.
Tra la fine dell’Ottocento e il 1939 gli edifici che occupavano il tratto attualmente costituito da Largo Formentone furono demoliti in previsione di nuovi progetti urbanistici mai realizzati.

 

La Curt dei Pulì. Anticamente era la corte della residenza della famiglia Polini, specializzata nel commercio di pelli già dal XV secolo.  È un angolo di Brescia che mantiene un fascino antico con il suo porticato  e le fontane circondate dagli alti edifici un tempo dimora degli artigiani e dei commercianti che lavoravano nelle botteghe sottostanti.


Mostasù de le Cossere. A circa metà di Corso Mameli, la parete di un edificio presenta questo misterioso altorilievo. La leggenda vuole che il naso rotto di questa scultura risalga ad un ordine dell’imperatore Enrico VII che nel 1311, al termine dell’assedio di Brescia, ordinò alle sue truppe di staccare il naso a tutte le sculture della città.
Sull’angolo tra Corso Mameli e Contrada San Giovanni si trova una fontana neoclassica, recentemente restaurata, che è una ricostruzione di fine Ottocento di una fontana antichissima.



Torre Pallata. Uno dei simboli della città di Brescia è al torre medievale che si trova al termine di Corso Mameli, dove ha inizio Corso Garibaldi. Imponente costruzione realizzata in parte con detriti di antichi monumenti romani, si erge per un’altezza superiore ai trenta metri sopra un massiccio basamento di pietra di Botticino su cui si poggiano le mura a bugnato interrotte da feritoie e chiuse da una merlatura che risale, come la torretta con cupola zincata della sommità, al Quattrocento.  Proprio su questa torre il 17 marzo 1426 fu issato il primo stendardo veneziano. Eretta per scopi difensivi fu utilizzata nei secoli per diverse funzioni, quali custodire la cassa del Comune e prigione femminile. Sul lato che si affaccia su Corso Garibaldi alla fine del Cinquecento fu realizzata una fontana con rappresentata una allegoria di Brescia e i due fiumi Garza e Mella. 

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